Cultura Imola

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copertina di Balene amare
@ Piazza Caduti per la Libertà

Balene amare

Recitazione e arte si mescolano all’artigianato in una proposta teatrale “meticcia”, ibrida nelle forme e nei contenuti 

Al calar del sole, un gruppo di bambini sta giocando in riva al mare. Mentre si divertono tra loro scorgono in lontananza una balena nera, spiaggiata e agonizzante sulla battigia. In pena per la sofferenza che si mostra ai loro occhi, i bambini decidono di provare a salvare il cetaceo, entrando nella sua bocca per individuare il suo malessere. All’interno scopriranno l’origine del naufragio e troveranno dodici organi rovinati e malandati, narratori di un dolore originato dall’azione antropica. Lo spettacolo affronta il tema dell’ecologia in chiave favolistica e gli spettatori saranno novelli Pinocchio, invitati a intraprendere un viaggio fisico e metaforico nel corpo della balena. 


Protagonista dell’evento sarà il Cicloteatro, un vero teatro viaggiante su biciclette che può trasformarsi in arena nei luoghi di spettacolo. Le dodici cornici presenti ospiteranno le scenografie, composte da vele dipinte dall’artista iraniana Sara Pour per l’occasione. I dodici pannelli illustrano gli organi della balena e corrispondono alle tappe che i bambini percorrono durante la loro avventura. Assistiti da videoproiezioni e ombre cinesi, gli attori incarneranno volotnà e pensieri degli organi sofferenti e racconteranno i tentativi di salvataggio della balena spiaggiata, metafora e simbolo della nostra terra agonizzante.

Lo spettacolo si inserisce come conclusione della Grande Sfilata dei Fantaveicoli.

Il Cicloteatro è stato realizzato dai giovani del Centro giovanile di Sesto Imolese con la collaborazione degli Artigianisti di Cantieri Meticci - collettivo di artisti e artigiani provenienti da oltre venti Paesi del Mondo. Da anni attiva laboratori che mescolano arti e persone diversissime, nella convinzione che per creare qualcosa di davvero nuovo c’è bisogno di andarlo a cercare e coltivarlo laddove nessuno aveva mai guardato. Vanno nei quartieri di periferia, nelle scuole, nei centri di accoglienza, nelle piccole biblioteche di quartiere, nelle parrocchie.Così incontrano persone: a volte riluttani, a volte infastidite, spesso desiderose di raccontare una storia e di impegnarsi in un progetto che li metta al centro.